2021 | Scultura genovese. Rotte mediterranee nell’età di Filippo II (1556-1598) | Nazionalità: Italia Categoria: : Storia dell’arte |
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Descrizione del progetto
Nel corso del Cinquecento, la città di Genova si affermò come uno dei principali centri di produzione di scultura del Mediterraneo. La vicinanza alle cave di marmo di Carrara permetteva l’approvvigionamento di materia prima, la presenza in città di una comunità di scultori di origine lombarda garantiva la sua lavorazione e, infine, l’efficienza delle infrastrutture portuali facilitava l’esportazione dei prodotti. In ragione dei solidi legami politici ed economici che univano le élites genovesi e spagnole, buona parte di queste opere erano destinate alla Spagna. Obiettivo del progetto è stata la realizzazione di un viaggio di studio nel territorio spagnolo. In un periodo di residenza di più di tre mesi (agosto – novembre 2021) si è andati alla ricerca di sculture genovesi con l’intenzione di visionarle, documentarle e fotografarle. Come limiti cronologici della ricerca, si sono scelti gli anni della monarchia di Filippo II (1556-1598), quando le relazioni diplomatiche tra Genova e la Spagna erano particolarmente solide. Ci si è mossi soprattutto nelle regioni dell’Andalusia, della Castiglia e della costa mediterranea, collaborando con università, musei e studiosi locali. Il viaggio di ricerca ha permesso di compiere un’esperienza immersiva, dove l’apprendimento della lingua e la scoperta della cultura spagnola hanno accompagnato il lavoro quotidiano di ricerca. Studiare la presenza di scultura italiana in Spagna significa ricostruire le relazioni che univano, in passato, le due sponde del mediterraneo. La circolazione di opere d’arte favoriva il dialogo interculturale, mettendo in relazione artigiani, marinai e nobili italiani e spagnoli. Per la classe dirigente iberica, il possesso di opere come fontane, sepolcri o camini in marmo italiano costituiva uno strumento di rappresentazione del loro potere economico e politico, oltre che testimoniare le coordinate del loro gusto estetico. Queste testimonianze dimostrano quanto l’arte, in questi secoli, abbia costituito un mezzo di unione, scambio e comprensione tra popoli e culture diverse. Biografia Nato in un piccolo paese della provincia piemontese, mi sono trasferito a Genova per compiere degli studi universitari in storia dell’arte. La mia passione per le arti plastiche mi ha portato a interessarmi alla scultura genovese del rinascimento e del barocco, soggetto scarsamente studiato e poco conosciuto. Dopo aver discusso nel 2019 una tesi di laurea sullo scultore Taddeo Carlone, attivo ne Cinquecento a Genova, ho ottenuto una borsa di studio presso la Fondazione Roberto Longhi (Firenze, 2019 – 2020) che mi ha permesso di continuare i miei studi sulla scultura. La volontà di seguire le anriche rotte del commercio del marmo, estendendo a livello internazionale le mie ricerche, mi ha permesso di elaborare il progetto che è stato premiato e appoggiato dalla Fondazione Marc de Montalembert. Oltre a queste ricerche, ho avuto la possibilità di effettuare esperienze lavorative in musei e collezioni d’arte privata con mansioni di inventariazione, catalogazione e mediazione culturale. Risultati del progetto La ricerca mi ha permesso di mappare la presenza di scultura genovese in Spagna, raccogliendo materiale di studio, scoprendo nuove opere e trovando gli autori di diverse sculture. Una sintesi dei risultati è stata illustrata in un piccolo libretto divulgativo, di cui si sono preparate alcune bozze in molteplici lingue. Obiettivo finale sarà cercare di pubblicare uno o più articoli su riviste specialistiche di storia dell’arte, in modo da presentare alla comunità scientifica alcune delle scoperte più importanti effettuate nel corso della ricerca. |