2018 Le pescatrici del Mediterraneo : spazi e pratiche delle donne del mare
Nazionalità: Italia
Categoria: Sociologia, antropologia
DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Questo progetto di ricerca nasce dall’ambizione di coniugare gli interessi e gli approcci dell’antropologia culturale con quelli dell’antropologia dello spazio e dell’antropologia economica. Le protagoniste della ricerca sono le “donne pescatrici”, un soggetto sociale spesso negato o dimenticato. Si è scelto di utilizzare un approccio comparativo, nella speranza, partendo dalla formulazione di domande simili, di riuscire a mettere in risalto le singolarità dei campi di ricerca selezionati, la regione occitana e la Camargue francese, dall’Étang de Thau a quello di Vaccarès, e la costa libanese, da Tiro, a Sud, fino ad Aarida, al confine con la Siria. Campi a prima vista incommensurabili – basti pensare all’immagine stereotipata della donna araba ai margini della vita pubblica – ma che, a un’osservazione più mirata, possono presentare dinamiche comparabili a partire dalle quali è legittimo interrogarsi     .
L’effettiva uguaglianza dei sessi è una delle questioni che impongono un’analisi più attenta e una profonda riflessione. In Francia, per esempio, la tradizione vuole che le donne siano impegnate nel settore della pesca, ma esclusivamente in spazi specifici e rivestendo ruoli determinati. In questo contesto, dunque, è facile incontrare donne impegnate nei mas, ma spesso il loro lavoro non è considerato altro che una forma di “aiuto” ai loro colleghi e, il più delle volte, famigliari uomini, che sarebbero gli unici veri professionisti del settore. In Libano esiste una realtà simile, per cui le donne che fabbricano e riparano reti da pesca svolgono questa attività nelle loro case, relazionandosi pressoché esclusivamente con i “loro” uomini, mariti e fratelli pescatori. Ciò implica che esse non ricevano un salario dal momento che, ancora una volta, si fa riferimento al loro lavoro ricorrendo alla categoria dell’“aiuto”.
Questa situazione è quella che imporrebbero “tradizione” e “normalità”.  È possibile tuttavia che l’agire individuale e sociale dei soggetti si scontri con queste categorie e con la loro forza apparente. Pur con forme e strategie diverse, infatti, le “donne pescatrici” francesi e libanesi si oppongono ai ruoli e agli spazi “normali” che la tradizione impone loro. In Francia, da un lato, esse hanno scelto di lottare per dotarsi di organi rappresentativi e per ottenere un riconoscimento giuridico, oltre che sociale; dall’altro lato, alcune delle donne libanesi impegnate in attività inerenti al mondo della pesca hanno avuto l’occasione di uscire dall’ombra nella quale lavoravano per entrare a far parte di progetti che consentono loro di apprendere e di perfezionare la tecnica di fabbricazione delle reti, ricevendo un compenso per il loro lavoro e, idealmente, facendo un primo passo nel mondo del lavoro semi-formale. È quanto accade a Bebnine e ad Aabdeh, il porto principale dell’Akkar, dove vengono periodicamente attivati progetti di questo tipo. Se è vero che essi sono finanziati da ONG internazionali, è altrettanto vero che l’idea originaria sembra essere nata in seno alla comunità e che il ruolo organizzativo spetti a un’associazione locale fondata e gestita da una “donna pescatrice”.

Per concludere, è evidente che le situazioni e le dinamiche in atto in Francia e in Libano relativamente al settore della pesca e agli spazi e ai ruoli che in esso occupano le donne sono assolutamente diverse. Ma in antropologia “comparare” significa innanzitutto mettere in risalto delle differenze piuttosto che delle similitudini forzate, partendo dalla formulazione di domande specifiche e senza la pretesa di giungere a risposte universalizzanti. Tuttavia, se esiste una qualche somiglianza che possa avvicinare i due campi di ricerca, essa riguarda la capacità delle donne incontrate di agire in quegli spazi di manovra che sono loro concessi e, anzi, di intervenire affinché tali spazi si amplino e si adattino alle proprie necessità e ai propri desideri.

BIOGRAFIA DELL’AUTRICE

Laureata in Mediazione linguistica e culturale e in Antropologia culturale ed Etnologia, ho scelto di specializzarmi e di concentrare i miei studi sulle culture, le politiche e le società mediterranee. Per questo motivo, ho deciso di compiere parte dei miei studi all’Ecole de Gouvernance et d’Economie (EGE) di Rabat, nel contesto del programma di doppia laurea COSM (Università di Torino – Université Mohammed VI Polytechnique). Ho condotto una ricerca di campo in Marocco e in Italia sulla questione della morte in migrazione e, a partire da questa, ho scritto la mia tesi di laurea magistrale intitolata “Ritornare nella terra dei padri o radicarsi nella terra dei figli? I cimiteri in Italia e in Marocco: un’altra forma di integrazione possibile”.  I risultati di questa ricerca sono stati presentati al Secondo Convegno Nazionale della SIAM (Società Italiana di Antropologia Medica) tenutosi a Perugia nel giugno del 2018. È inoltre in corso di pubblicazione un articolo per la rivista della stessa SIAM.

Un’ulteriore esperienza di ricerca si è collocata all’interno del laboratorio “Vivere le religioni a Torino” promosso dal Centro Interculturale e dalla Fondazione Benvenuti in Italia. Si tratta di una ricerca sui luoghi di culto a Torino, prevalentemente i luoghi di culto collegati alle organizzazioni islamiche presenti nella città piemontese.

Attualmente mi trovo in Ecuador, dove sto lavorando presso un’organizzazione non governativa impegnata nel primo aiuto alla popolazione migrante e rifugiata.

RISULTATI DEL PROGETTO

I risultati della ricerca sono stati raccolti in un blog (https://www.donnepescatrici.com/), dove largo spazio è stato dedicato alla sezione fotografica. Sono stati scritti anche due saggi, più elaborati e approfonditi. L’obiettivo finale è pubblicare i risultati della ricerca su riviste specialistiche di antropologia e sociologia. Per quanto riguarda la ricerca in Libano, inoltre, la rivista online Nena News, specializzata in Medio Oriente e Nord d’Africa, ha pubblicato un reportage in quattro parti sul futuro incerto della pesca e il ruolo delle donne libanesi nelle società e famiglie legate al mondo del mare (http://nena-news.it/libano-il-futuro-incerto-della-pesca-parte-i/).